Carcere inadeguato Santarossa avvia sciopero della fame

IL MESSAGGERO VENETO (Pordenone) 16/06/2011 – Carcere inadeguato Santarossa avvia sciopero della fame

Da oggi Stefano Santarossa, esponente dei Radicali friulani, ha avviato lo sciopero della fame seguendo l’iniziativa avviata dal 20 aprile a livello nazionale da Marco Pannella per denunciare la situazione delle carceri italiani. A Pordenone sono 85 le persone recluse a fronte di una capienza regolamentare di 43 e una tollerabile di 68. La casa circondariale è insediata all’interno del castello di piazza della Motta, di cui da decenni si attende il trasferimento in Comina, nell’area di via Castelfranco Veneto individuata con variante al piano regolatore dal Comune.

«Nonostante la classe politica in questi anni abbia più volte rassicurato sulla soluzione del problema con la costruzione del nuovo carcere – afferma Santarossa – dopo vent’anni di promesse, di tentativi andati a vuoto, di finanziamenti già pronti ma mai impegnati, oggi serve una scelta che riporti la situazione delle carceri nella legalità». Una protesta che si inserisce nell’iniziativa dei radicali «per dare una risposta alla richiesta di giustizia, dei dieci milioni di processi pendenti, dell’amnistia per coloro che riescono con i buoni avvocati ad arrivare alla prescrizione, mentre i poveracci, ancora in attesa di giudizio, vivono in situazioni disumane nelle carceri». La proposta dei radicali è quella di un’aministia al fine «di far rientrare nella legalità lo Stato che si trova in una situazione di criminalità professionale.

Da decenni si stanno realizzando in Italia forme di detenzione che non sono previste e tollerate dalla legge italiana e internazionale. Rappresentano una forma di sequestro a opera della forza pubblica». Santarossa, avviando lo sciopero della fame, chiede al nuovo sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, di interessarsi della situazione in cui versa il carcere di piazza della Motta. (s.p.)

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Una risposta

  1. paolo1959 ha detto:

    Certo al politico di turno viene comodo sventolare un pò di giustizialismo in salsa carceraria. Diverso discorso se improvvisamente un amico, un congiunto o egli stesso viene preso e stritolato nel “tritacarne” della giustizia. Allora si diventa garantisti in un baleno. Basta ipocrisie…amnistia subito!

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