Regionali FVG 2013 – Proposte per un programma elettorale

Pietro Pipi: utilizzare il momento elettorale per incardinare una battaglia condivisa (quale emergerà dal dibattito; io proporrò

il trittico legalità/trasparenza/libertà)

Marco Gentili: 1) Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati

2) Riforma degli istituti di democrazia diretta

Abbassare il numero minimo delle firme da 30.000 a 10.000, mantenere il numero massimo di referendum per ogni anno a 5, abolire il quorum o ridurlo al 30%, garantire autenticatori gratuiti ai promotori (istituzione di un albo delle disponibilità e la previsione di rimborsi direttamente agli autenticatori, nel caso di delegati del Sindaco, se il referendum risulta valido), firme on-line (attraverso la PEC)

3) Abolizione dei finanziamenti in denaro ai gruppi regionali, con la sostituzione in servizi agevolati per stampa, telefono, affitto sale ecc… e spazi di informazione garantita a tuttti i soggetti politici rappresentati o no in consiglio regionale.

4) Riscrittura della legge elettorale regionale in senso maggioritario, o quanto meno obbligo di raccolta di firme per tutti alle elezioni (parità di condizioni)

5) Istituzione del garante regionale delle persone private della libertà personale (quindi anche per i pazienti sotto TSO)

6) Abolizione dell’indennità di fine mandato

Corrado Libra: Diritti civili: tutela e sostegno dei nuclei familiari fondati su vincoli affettivi ai sensi dell’art. 4, comma 1, D.P.R. n. 223/1989

(Famiglia anagrafica 1. Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune 2. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona) e garanzia di pari opportunità e pari condizioni di accesso ai servizi forniti dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

Dichiarazione di fine vita: possibilità di registrare sulla tessera sanitaria la dichiarazione anticipata di trattamento sanitario depositata presso i registri comunali della Regione Friuli Venezia Giulia (ad oggi sono 27 i comuni che hanno approvato il registro)

Lorenzo Cenni: condivido tutte le proposte fatte ma ne aggiungerei una, per superare il problema dell’autentificazione delle firme: In alternativa all’autenticatore presente al tavolo, si potrebbero autenticare le firme allegando alle firme la fotocopia del documento d’identità del firmatario. Si capisce bene che è un buon metodo, mi sembra impossibile carpire di documenti d’identità di qualcuno nella malaugurata ipotesi che qualcuno vollesse inserire firme false

Corrado Libra: considerato che il Friuli Venezia Giulia ha 1.235.000 abitanti circa ovvero  poco più del comune di Torino proporrei di inserire l’azzeramento di tutte e 4 le provincie e delle comunità montane, la ridistribuzione delle mansioni e del personale (fino a livello di quadro) tra i comuni e la regione, personale con livello superiore a quadro a casa, dismissione e vendita di tutti gli edifici in carico alle province

Stefano Santarossa: 1) sulla riforma elettorale reintroduzione dei collegi uninominali, a turno unico. L’attuale legge proporzionale con premio di maggioranza alimenta la partitocrazia;
2) cancellazione dei Consigli di amministrazione di nomina partitica, rappresentanti nelle partecipate i sindaci senza gettoni di presenza;
3) cancellazione delle province e comunità montane;
4) introduzione obbligatoria dei metodi dell’agenda 21, pianificazione territoriale sovracomunale;
5) anagrafe dei dipendenti delle PA, verifica produttività dei dipendenti pubblici, stop alle nomine di tecnici per meriti politici, verifica applicazione trasparenza incarichi professionali oggi assolutamente non presente;
6) forti incentivi ad aziende private che investono su ricerca con detassazione per chi assume.

Infine segnalo che oggi non sappiamo quanti saranno i consiglieri regionali nella prossima legislatura. Non è possibile pertanto iniziare a raccogliere le sottoscrizioni per partecipare alle prossime regionali (sei mesi prima delle elezioni), o meglio attualmente dovremmo raccogliere su liste i candidati per eleggere 59 consiglieri. In caso passasse la riforma a 50 consiglieri  tutte le firme andrebbero buttate. Come saprete non è possibile cambiare le regole del voto dodici mesi prima delle elezioni. Siamo pertanto in una situazione di illegalità.

Pietro Pipi: per me il minimo comun denominatore è :

1) nomina garante persone detenute;
2) impegno su APE sulla scorta della delibera Lazio;
3) impegno a cancellare legge regionale che da TFR o vitalizi;
4) dat nella tessera sanitaria;
5) impegno ad introdurre per tutti gli atti mainstreaming pro antidiscriminazione cioe’ tutti gli atti devono avere requisito di non discriminare in base a scelte religiose/sessuali/politiche o appartenenza etnica.

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3 risposte

  1. admin ha detto:

    Se fossimo in condizioni normali di democrazia, potremmo benissimo tentare di proporre questi punti ai candidati con l’obiettivo o di condurre assieme queste battaglie o, quanto meno, di condividerle nel programma elettorale. Questo perchè i punti indicati da Pietro sono o possono essere, ragionevolmente, condivisi da più di uno schieramento (il risultato positivo o il mantenimento degli impegni, come sappiamo tutti, è un’altra questione).

    Purtroppo però la democrazia latita, le regole non vengono rispettate, non esistono parità di condizioni, si persegue l’annientamento della nostra storia e degli strumenti politici che abbiamo usato (il referendum tra i tanti), non c’è la volontà effettiva di garantire una corretta informazione, di agevolare la politica a scapito del potere e della partitocrazia ecc… (è inutile che mi dilunghi).

    Quello che ci può interessare, quindi, è capire se i candidati vogliano finalmente rimuovere (almeno in regione) le cause che impediscono a noi (e a tutti quelli fuori dal sistema) di fare Politica con la P maiuscola. Cercare di verificare se ci sono le condizioni per ritornare ad essere efficaci senza dovere essere costretti ad utilizzare mezzi estremi (sciopero della fame e della sete) o vendere parte del patrimonio (come nel ’99).

    Per queste ragioni ho proposto come punti principali:

    – Riforma dell’istituto del referendum regionale (ed in genere degli strumenti di democrazia diretta)
    – Riforma elettorale maggioritaria uninominale a turno unico o almeno il ripristino di parità di condizioni alle elezioni.
    – Abolizione dei finanziamenti ai gruppi eletti in regione a favore di agevolazioni, servizi e e spazi garantiti di informazione per tutti i soggetti politici (eletti o meno).

    I due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra sono corresponsabili di aver mantenuto ed aggravato queste condizioni di anti-democrazia e non possiamo far finta di niente. Nè possiamo credere, nel momento elettorale, a più o meno vaghe promesse. Se abbiamo delle garanzie sostanziali su referendum, legge elettorale ed abolizione dei finanziamenti ….. si può ragionare, ma su Ape, testamento e garante … si verifica… ma non può essere sufficiente per sostenerli e votarli.

    In mancanza di tutto meglio bruciare la scheda o sostenere i grillini.

    Marco Gentili

  2. Paolo Barbieris ha detto:

    Purtroppo Gentili, le menzogne hanno le gambe corte. Non è un caso se, anche indirettamente, oggi sostieni il movimento 5 stelle. Un politico serio, non strappa la scheda e non si presenta al pubblico a suon di “vaffa”. Un politico con la “P” maiuscola si reca al seggio e fa verbalizzare al Presidente di seggio la propria intenzione di NON VOTARE. Questa è la distinzione tra chi crede e rispetta la democrazia (anche quando questa è gravemente offesa e carente) e chi invece, specie a Trieste, chiacchiera da 40 anni a questa parte e nel frattempo mette in saccoccia contributi e finanziamenti pubblici nelle forme vecchie e, ovviamente, in quelle nuove indicate in questo articoletto. Come al solito, è nel metodo che si vede la differenza.

    • admin ha detto:

      Presentarsi da soli, bruciare la scheda o sostenere i grillini (alle regionali) sono pure ipotesi. Dovrò leggere i programmi dei candidati. Se nessuno proporrà (con l’indicazione degli strumenti atti a ….) di superare l’attuale sistema antidemocratico, non ci sarà alcun sostegno. D’altronde giocare con i bari si perde.
      Contributi e finanziamenti io non nè ricevo, nè tanto meno i radicali (che prendono un corrispettivo per dei servizi o rimborsi per spese effettuate e documentate).
      I più di 90 referendum che ho ed abbiamo raccolto in strada (le lascio immaginare quanto tempo e quanti soldi – privati – ci sono voluti in questi 30 anni), e cioè le 90 occasioni che abbiamo fornito ai cittadini, sono appunto il metodo che fa la differenza.

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