I Radicali: ritardi nella ristrutturazione del carcere

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Non ci sono problemi di sovraffolamento, ma rimane inadeguata la situazione per i detenuti e i dipendenti del carcere di Gorizia, secondo una delegazione dei Radicali ricevuta ieri nello stabile in via Barzellini. A fare un quadro esatto sono stati Marco Perduca e Michele Migliorì dell’associazione “Trasparenza è partecipazione” di Gorizia, che hanno vagliato i lavori di ristrutturazione e le condizioni di vita dei 12 detenuti (7 italiani, 5 stranieri). Di questi, 8 scontano una sentenza definitiva, gli altri sono in attesa di giudizio. Nelle prossime settimane per tutti loro saranno riaperte le aree oggetto del primo lotto dei lavori, che porteranno il carcere alla capienza massima di 60 detenuti. Saranno chiuse, però, delle celle, per permettere gli adeguamenti necessari.

Un’altra conseguenza è che saranno ridistribuite le zone dedicate ai servizi e alle attività giornaliere. Per il secondo lotto, però. «bisognerà appena individuare la ditta, con conseguente incertezza dei tempi di realizzazione». Un’altra criticità è costituita dal fatto che, per le 9 ore al giorno in cui le porte delle celle sono aperte, esiste solo un corridoio dove poterle passare. Inoltre – riporta Perduca -, manca un giardino esterno. La delegazione segnala che non sono previste attività di inserimento al lavoro per i detenuti. Insufficiente poi, il personale in servizio. «Si tratta di 39 persone, per un organico previsto di 43, suddivise in più turni. La direttrice è una, anche per Udine, e manca un provveditore della carceri per il Triveneto. Altre problematiche che sono poi il riflesso della mancata e corretta applicazione di recenti norme nazionali». I dati raccolti nel monitoraggio saranno ora inviati ai parlamentari e al Comitato europeo del ministri per i diritti umani. Le carceri italiane sono infatti sotto osservazione in particolare dopo la violazione dell’articolo 3 del codice della Corte europea dei diritti umani.

Emanuela Masseria

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