Bernardini: «Celle sovraffollate al carcere di Gorizia»

IL PICCOLO (Gorizia) 25/06/2016 -Bernardini: «Celle sovraffollate al carcere di Gorizia»

Celle sovraffollate, con spesso sei detenuti costretti a vivere in spazi ridotti, o sigillate anche la notte, d’estate, con temperature insopportabili. Ancora, carcerati costretti a scegliere se dedicare i dieci minuti settimanali di telefonata concessi per parlare con la famiglia o piuttosto con il proprio avvocato, con la chiamata che viene considerata “persa” qualora scatti la segreteria telefonica. Sono solo alcuni degli elementi del quadro della situazione della casa circondariale di via Barzellini offerti dall’onorevole Rita Bernardini, che giovedì ha vissuto assieme a diversi esponenti Radicali un’intensa visita (dalle 15 alle 20.30) nel carcere goriziano, e ieri mattina ha partecipato proprio in via Barzellini al convegno “Uno di noi: la comunità carceraria in ricordo di Marco Pannella”.

Bernardini ha parlato di fronte al radicale Pietro Pipi e a numerose autorità del territorio – c’erano tra gli altri il sindaco Romoli, l’assessore provinciale Portelli, i senatori Fasiolo e Maran -, e ai detenuti del carcere, che hanno portato le loro testimonianze. Tra gli altri elementi di “illegalità” che caratterizzano la casa circondariale di Gorizia, anche la mancanza di un regolamento interno, che al momento non è ancora mai stato redatto e approvato. Ma sono tanti i temi toccati nel convegno. «È necessario coniugare sicurezza e vivibilità della struttura», ha ricordato il sindaco Romoli, mentre la senatrice Fasiolo ha rassicurato sulla disponibilità dei finanziamenti per proseguire i lavori di sistemazione del carcere e l’assessore Portelli ha auspicato che tutte le istituzioni sappiano «impegnarsi concretamente per risolvere i problemi di questo carcere».

I filosofi Luca Taddio e Alessandro Tessari, e il provveditore Enrico Sbriglia, hanno poi allargato lo sguardo. Taddio ha ricordato che «discutere le idee di un uomo (in questo caso Pannella ndr) significa dar loro una prospettiva futura», e Tessari ha riflettuto sul fatto che «una società che produce carcerati è una società malata», e curarla diventa dunque ancor più importante che limitarsi a curare i carceri. Da Sbriglia, invece, è arrivato un invito a non pensare di realizzare un carcere fuori città, «perchè vorrebbe dire che non lo si vuole più vedere, e sarebbe un’ulteriore sconfitta per tutti». Nel pomeriggio di ieri, poi, un altro momento importante in memoria di Pannella: alla libreria Antonini di corso Italia è stato presentato il volume “Radicalmente liberi: a partire da Marco Pannella”.

Marco Bisiach

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