Referendum, firmatari “sul piede di guerra”

MESSAGGERO VENETO (Gorizia) 29/01/2011 – Referendum, firmatari “sul piede di guerra”

La protesta I firmatari pro referendum day manifesteranno questa mattina, davanti al Municipio, dalle 9 a oltranza, per sollecitare la convocazione del consiglio comunale entro lunedì e consegneranno in Comune una missiva, firmata, con tale richiesta. Secondo lo Statuto, entro tale data l’assise civica deve deliberare l’indizione dei referendum. Altrimenti sarà tutta fatica sprecata, a meno che non si modifichi ad hoc lo Statuto: per il referendum day se ne riparlerebbe, dunque, l’anno prossimo.

Eppure in città l’attenzione su questo tema è alta. Oltre 1.500 goriziani hanno sottoscritto l’appello (1 elettore su 20), chiedendo di esprimere la loro opinione in merito ai quattro quesiti proposti (delibera di iniziativa popolare, soppressione del quorum per la validità dell’esito referendario, Registro dei testamenti biologici e modifica della composizione del Comitato dei garanti). «Una quindicina di persone in ciascuno degli ultimi due giorni mi ha fermato per strada chiedendomi a che punto siamo – ha raccontato Renato Fiorelli, già coordinatore del Comitato referendario e che ora si definisce “portavoce dei firmatari” –. Noi abbiamo compiuto tutti i passi previsti, ma latita la presa di posizione del Comune. Ho visto il presidente del consiglio, Rinaldo Roldo e l’ho invitato a convocare al più presto l’assemblea. Noi chiediamo che sia indetta l’assise civica lunedì, alle 16, subito dopo la riunione del Comitato dei garanti.

Le due sedute possono andare avanti in parallelo, ci tengo a precisarlo: non vi è alcuna necessità di attendere la conclusione della riunione del Comitato dei garanti, visto che il consiglio deve semplicemente fissare la data per i quesiti ammessi. Ricordiamo, peraltro, che il quesito sulla delibera di iniziativa popolare e quello per l’abolizione del quorum sono stati dichiarati ammissibili da una sentenza del Tribunale civile e ammessi formalmente dal Comune il 16 novembre. Dunque sono già passati 75 giorni senza che sia stata fissata una data per il referendum sui primi due quesiti». (i.p.)

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