Carceri – Lettera inviata a Debora Serracchiani

Lettera inviata a Debora Serracchiani giovedì 7 agosto 2014.

“Sulle condizioni delle carceri e della giustizia e la lotta di Marco Pannella”

Cara Debora,

sentiamo l’urgenza di scriverti per condividere l’urgenza di dare risposte alla perdurante inadempienza delle nostre Istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti nelle carceri italiane.

Come Radicali pensiamo che provvedimenti combinati di amnistia ed indulto siano allo stato attuale di urgente necessità ad una riforma strutturale della giustizia atta a riportare il nostro Paese nell’alveo della propria legalità costituzionale e del diritto internazionale. Necessità e urgenza rilevate con chiarezza anche dal nostro Presidente, Giorgio Napolitano, nel messaggio alle Camere dello scorso ottobre e venti giorni fa anche dal rapporto stilato dagli ispettori delle Nazioni Unite.

Particolarmente intollerabile è poi il fatto che nelle carceri italiane sia negato il diritto alla salute. Oltre il 60% dei detenuti soffre, infatti, di patologie cui le strutture penitenziarie non sono in grado di garantire prevenzione né tantomeno cura. Patologie che, oltretutto, sono non di rado generate dalla stessa carcerazione o con essa incompatibili.

E al quadro già descritto aggiungiamo il tema della mancata riforma della giustizia e delle conseguenti violazioni ormai decennali dell’art. 6 della Convenzione per l’irragionevole durata dei processi, con condanne inflitte all’Italia ormai in modo seriale dalla Corte EDU. Si tratta di una reale débâcle della giustizia che comporta un prezzo che gli italiani pagano, non solo in termini di diritti umani violati, ma anche in termini strettamente economici. Quali investitori italiani e stranieri si possono permettere di investire in questo Paese se non c’è certezza di diritto sia nel campo penale che nel campo civile?

Queste motivazioni hanno indotto Marco Pannella e Rita Bernardini a intraprendere un nuovo Satyagraha, nelle forme dello sciopero della fame e della sete, con la richiesta di un intervento urgente del nostro Governo e del nostro Parlamento per porre immediatamente fine a questo intollerabile stato di cose.

Come saprai, in queste ore Marco Pannella, nonostante stia sottoponendosi alla cura per due tumori – al polmone e al fegato – ha deciso di restare in trincea e continuare a combattere per affermare i diritti dei carcerati maltrattati e torturati da uno Stato criminale e privo di dignità.

Oggi più di ieri, Marco Pannella resta “il solo uomo politico italiano – come diceva Leonardo Sciascia – che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge e della giustizia”. Marco continua a prendere le parti e la posizione delle vittime di fronte al proprio oppressore con l’arma della nonviolenza e del rifiuto passivo. Invece di mostrare i muscoli lui mostra il suo magrore per cercare il dialogo con i forti e potenti. Anche mettendo a repentaglio la sua vita.

Ti chiediamo di aderire a questa lotta, nelle forme e con le modalità che riterrai opportune, e, nel tuo ruolo, di portarne parola e azione. Il primo passo che ti suggerisco è quello di dare seguito all’inascoltata richiesta di confronto che Marco sta cercando di intraprendere anche con il Partito Democratico, dialogo che in questi mesi sembra essersi interrotto in modo unilaterale.

Ci auguriamo che questa lettera possa contribuire a dare qualche risposta alle ragioni della lotta nonviolenta di Marco Pannella ma anche alle migliaia di cittadini detenuti “torturati” nelle carceri italiane.

Ti ringraziamo per l’attenzione.

Stefano Santarossa
Presidente di Radicali Friulani
Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani

Michele Migliori
Segretario dell’Associazione Radicale “Trasparenza è Partecipazione”

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