Sciopero della fame di Pipi

IL PICCOLO (Gorizia) 31/01/2011 –  Sciopero della fame di Pipi se non passeranno i referendum

OGGI LA GIORNATA DECISIVA

Oggi è il giorno decisivo per i quattro referendum comunali proposti da Verdi del giorno e associazione radicale Trasparenza è Partecipazione. I promotori sono pronti a rivolgersi al Tribunale se da una parte il Comitato dei garanti e dell’altra il presidente del Consiglio comunale non si adopereranno immediatamente per consentire di poter votare in concomitanza con le prossime amministrative.

Ad alimentare la tensione è anche la decisione di Pietro Pipi, radicale, tra i promotori dei referendum, che ha annunciato a partire da oggi lo sciopero della fame. Spiega Pipi in una lettera-appello: «Se tre anni fa sentivo la responsabilità di 250 sottoscrittori della petizione oggi sento quella di almeno 1875 firmatari per cui avvio da questa mattina uno sciopero della fame di dialogo e fiducia verso il sindaco Romoli affinché faccia rispettare la legalità statutaria e si fissi la data dei referendum.

Mi dissocio inoltre apertamente dagli attachi strumentali al sindaco sul caso parentopoli. Non mi risulta infatti che Romoli abbia piazzato parenti da qualche parte. Il Pd per me non ha alcuna credibilità in questa campagna populista se non chiarisce la vicenda borse studio dei figli di Gherghetta e Salomoni e le nomine fatte nelle partecipate, APT in primis.

Il sindaco ha infatti detto che è preoccupato per le spese connesse al referendum allora lo invito a dimostrare di essere davvero un amministratore democratico e attento accorpando la data dei referendum con le votazioni primaverili e usando maggiore rigore nella elargizione di incentivi economici di decine di migliaia di euro a favore di dirigenti che dovessero dimostrare di non possedere quei requisiti minimi di diligenza, buona fede e lealtà dovuti per un servitore della collettività.

Quando tre anni fa noi radicali abbiamo dovuto denunciare Roldo per la mancata calendarizzazione della nostra petizione sull’elezione diretta del Difensore civico nessun consigliere ha mosso un dito perché era un problema dei radicali. Oggi come allora la legalità statutaria viene violata. Allora ci rivolgemmo ai neo eletti Obizzi e Romano, che pur avevano firmato il nostro appello, ma i due ci dimostrarono quanto vale la loro parola e la loro firma. A termini di statuto Roldo aveva il potete/dovere di far votare il provvedimento da ben 75 giorni; ovvero da quando è stata notificata la ammissione dei quesiti.

E come tre anni fa, attraverso l’avvocato Marzia Pauluzzi che ha gia vinto la causa per ammissibilità contro il Comune, abbiamo formalmente invitato Roldo ad adempiere ai suoi doveri facendo votare oggi la data di indizione dei referendum. Con l’avvio di questo sciopero della fame mi rivolgo laicamente a Romoli perché possa evitare che il rapporto tra eletti ed elettori continui a degenerare in modo preoccupante».

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