Trieste – Eutanasia Legale – Testimonianze

Testimonianze raccolte e lette durante l’incontro-dibattito al Teatro Miela sull’iniziativa per la legalizzazione dell’eutanasia. (Trieste 28/05/2013)

comelli

La discussione della petizione popolare per l’istituzione del registro dei testamenti biologici presentata nel 2009 in consiglio comunale. Quello è stato il primo consiglio a cui ho assistito ed è stata la prima volta in cui, dal vivo, ho visto come la politica affronta  un tema che attenga la libertà dei singoli. Quel giorno ho maturato la reale consapevolezza di quanto sia complesso trattare in ambiente politico di temi quali l’etica e la libertà, nonostante spesso siano concetti ai quali , a parole, la stessa politica dice di ispirarsi.

L’impegno che abbiamo tentato di assolvere, con l’organizzazione di incontri, con la diffusione di informazioni, è andato in questi anni nella direzione di stimolare le persone a non limitarsi a trattare certi temi in maniera superficiale, per sentito dire, ma cercando di stimolare la nascita di una reale ed informata consapevolezza, con l’auspicio che questo approccio diventi un modo di essere.

L’obiettivo deve essere quello di portare temi come l’eutanasia in una sfera, se così possiamo definire, domestica, libera da pregiudizi di convenienza o da preconcetti impossibili da superare. Il nostro paese deve fare quel salto di qualità necessario a toglierci di dosso la patina di bigottismo e di immobilismo che ci ricopre e a farci vivere sereni -e chissà, anche un po’ orgogliosi -in uno stato dove l’autodeterminazione e la libertà di scegliere siano dei valori primari. Qualcosa sta cambiando, anche se, purtroppo,il processo è sempre più lento di quanto vorremmo…

Ringrazio di cuore chi è sempre un passetto avanti, e batte la strada indicando agli altri la via. Buon lavoro, buona libertà.

Aris Prodani Deputato del Movimento 5 Stelle

Nel mese di giugno 2009 ho cominciato ad occuparmi, per tramite della mia chiesa (valdese), di testamento biologico perché lo considero un importante elemento di libertà ed autodeterminazione. Una delle cause scatenanti è stato il fatto di aver seguito con partecipazione il caso di Eluana Englaro e di Piergiorgio Welby. In quel periodo non mi consideravo a favore dell’eutanasia però, visto che i due argomenti spesso vengono confusi, oppure trattati negli stessi contesti, ho avuto modo di approfondire anche questo soggetto.

Ho visionato dei documentari che presentavano l’applicazione dell’eutanasia negli stati in cui questa è legale e mi sono convinto che, con le dovute tutele (applicabilità solo in caso di patologia in fase terminale, o comunque senza possibilità di recupero), si tratti di un elemento di grande civiltà, di libertà e di coraggiosa compassione. Rifiuto categoricamente le tesi di coloro che affermano che la nostra vita non appartiene a noi in via esclusiva ma alla società. Altrettanto categoricamente rifiuto l’ingerenza di coloro che, nel nome di Dio, affermano ciò che è giusto o ciò che è sbagliato… per tutti. Da credente penso che la vita sia un dono di Dio e che questo dono debba essere vissuto in modo libero e responsabile, senza giudicare le scelte degli altri e senza essere giudicati. Personalmente, se sapessi che in Italia le mie volontà sui trattamenti sanitari venissero rispettate e che la possibilità di interrompere la mia vita qualora diventasse insopportabile mi fosse garantita, mi aiuterebbe a vivere meglio, più serenamente.

Simone Giorgetti

Sono a favore della eutanasia legale perché sono a favore della eudaimonìa. Vivere bene, il meglio possibile, è un desiderio che tutti abbiamo. Vivere felicemente non è sempre possibile, ovvio, ma desiderarlo – e affrontare con ragionevole ottimismo ogni giorno nuovo – è la prima regola.

Morire bene è un ossimoro, ma morire male non si dovrebbe.

Ho firmato perché una scelta personale, che non limita né condiziona alcuna scelta altrui, dovrebbe esser permessa in uno stato moderno. Rispetto chi non fosse d’accordo con me, ma non mi verrebbe in mente mai di obbligarlo a fare qualcosa di cui non sia consapevolmente d’accordo. Trovo giusto godere dello stesso rispetto.

Ho firmato, infine, perché non deve essere che il danaro o altri privilegi si possano comprare ciò che la legge non permette.

Valerio Fiandra

Ho deciso di firmare per “Eutanasia legale” perché ho vissuto situazioni in cui persone a cui ho voluto molto bene desideravano cessare di soffrire crudamente e senza speranza. Dico tutto ciò da cattolico, conscio dei limiti che ci si deve porre a livello etico ma convinto che una persona (ma vale analogamente per tutti gli esseri viventi) debba poter scegliere di morire piuttosto che vivere in modo atroce.

Massimiliano Fabian

Il movimento 5 stelle da sempre sostiene che uno degli strumenti per arrivare alla democrazia partecipativa sia quello della proposta di legge di iniziativa popolare.

Ho aderito a questa iniziativa promossa dai Radicali e dall’Associazione Luca Coscioni in quanto ritengo sia fondamentale garantire la libera scelta quale fondamentale principio democratico assicurando alle persone che soffrono di morire con dignità. Credo fortemente in uno stato laico ove le decisioni che coinvolgono la vita dei cittadini non debbano essere condizionate da principi religiosi.

Abbiamo la forza e il coraggio di garantire libertà di scelta a tutti coloro che ne hanno diritto!

Lorenzo Battista Senatore del Movimento 5 Stelle

La proposta di legge per l’eutanasia legale è una proposta di legge per riconoscere a tutti la libertà di scegliere l’epilogo migliore per la propria vita. “Tutti desiderano vivere. Nessuno vuole morire”, dice Miele tra le lacrime in un momento particolarmente intenso del film di Valeria Golino. Eppure, la morte è una realtà che dobbiamo affrontare e la medicina oggi ci consente di diminuire la durata della nostra vita per sottrarci alla sofferenza e al dolore.

Non è detto che i nostri Parlamentari tengano conto della volontà diffusa di una proposta di legge simile. Nondimeno abbiamo il dovere civile di firmarla e di farla firmare, perché almeno si possa rimuovere il silenzio che avvolge l’intera società italiana su questo tema.

È un appello alla ragione. Il diritto all’autodeterminazione presuppone il pieno rispetto della dignità della persona e della sua volontà. Eutanasia non è sinonimo di abbandono, bensì espressione coraggiosa e profonda di un dovere umano di vicinanza e condivisione con chi soffre nel momento estremo. In altre parole, rendere legale l’eutanasia significa non abbandonare nella sofferenza estrema chi per se stesso ha deciso un diverso modo di morire.

Francesco Bilotta Docente Universitario

Ho firmato perchè penso che l’accanimento terapeutico NON SIA PER NIENTE UN MODO NATURALE DI MORIRE  e quindi odio l’idea di essere in balia di chi può decidere per me e per il mio corpo. Credo che sia proprio lui (il nostro corpo) ad avvertirci QUANDO  è giunto il momento dell’insopportabilità.

Ho firmato perchè credo nella libertà di scelta , in un caso o nell’altro, e quindi desidero una legge che possa garantire QUESTA LIBERTA’!

Ariella Reggio Attrice

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