Biotestamento, sono otto i “pionieri”

IL MESSAGGERO VENETO (Udine) 08/11/2011 – Biotestamento, sono otto i “pionieri”

Sottoscritte davanti ai notai le dichiarazioni sul fine vita. Tra i primi a presentarsi una coppia e un anziano di 95 anni Il sindaco Honsell: esigenza sentita, era doveroso agire

di Maurizio Cescon – Sono otto gli udinesi “pionieri” del biotestamento. Si sono messi in fila di buon mattino, attendendo il loro turno per sottoscrivere le volontà sul fine vita, davanti al presidente del Consiglio notarile Giancarlo Suitner e al notaio Francesco Petroni. E’ stata una prima volta assoluta, quella di ieri, nella sala del Gonfalone in municipio: due ore, dalle 10 alle 12, che sono volate via tra consigli, precisazioni, intenti. E anche per lunedì prossimo (la convenzione prevede la presenza dei notai una volta la settimana) le prenotazioni hanno già raggiunto il numero massimo. «Quella firmata dagli otto cittadini è una solenne manifestazione delle proprie opinioni – ha detto il notaio Suitner – che però, è bene precisarlo, non ha validità giuridica, visto che in Italia non c’è una legge specifica in materia.

Nessuno dei dichiaranti ha voluto mettere un limite temporale alle proprie volontà, ciò vuol dire che sono tutte persone ben consapevoli delle loro scelte. In ogni caso il documento firmato può essere revocato, in qualsiasi momento. In questa giornata inaugurale abbiamo messo a punto l’organizzazione, le prossime volte contiamo di essere più veloci e di soddisfare almeno una dozzina di pratiche. La bozza di dichiarazione che facciamo sottoscrivere sarà inserita nel sito Internet del Comune e il cittadino potrà compilarla direttamente da casa, poi potrà venire qua solo per firmarla davanti a noi». Gli udinesi “pionieri” del biotestamento erano tutti cittadini molto informati sulla delicata questione etica. Il più anziano, il commendator Luigi Dal Bò, 95 anni, ex consigliere comunale negli anni Sessanta è stato perentorio. «Se mi ammalo – ha detto – non voglio essere nutrito in modo artificiale.

Decido io della mia vita. Ho seguito tutto il dibattito nato dopo il caso di Eluana Englaro e da lì ho deciso». A presentarsi in municipio anche una coppia. Giovanni Ciotti e la moglie Franca Puppo sono sposati da 48 anni e hanno voluto condividere anche questo momento. «La nostra non è una scelta ideologica – spiega Ciotti e la sua compagna di una vita annuisce –, io rivendico la sovranità sul mio corpo. Nessuno può decidere per me, nè i medici, nè lo Stato, nè la Chiesa. Quella di oggi è un’inizitiva utile, è sempre un documento ufficiale, che potrebbe essere usato in caso di necessità. Ovviamente noi speriamo che venga approvata dal Parlamento una legge che non obbliga nessuno a sottostare a certe regole. Questa è la democrazia, quando non si fanno gli interessi di una parte sola. Abbiamo tre figli e tutti condividono le nostre idee e ci hanno appoggiato. Anzi, avrebbero volentieri fatto il biotestamento, ma nei Comuni dove abitano il servizio non è previsto». Emozionata e con una corposa documentazione in mano la signora Maria Del Fabbro, impiegata oggi in pensione.

«E’ un tema che mi sta a cuore da anni – dice -. Io vorrei sapere se sono obbligata a sottostare, anche contro la mia volontà, alla biomedicina, alla scienza. La morte naturale non esiste più: io non mi sottoporrei a sistemi artificiali di sopravvivenza. Ognuno deve essere libero di scegliere, ma non devono esserci vincoli. La gestione degli ultimi momenti della propria vita spetta all’individuo interessato e a nessun altro. Ecco perchè credo nel biotestamento, qui a Udine sono stati i medici i primi a sollevare la questione». Anche Valeria Giuliano, educatrice dell’Ass 4, è sulla stessa linea. «Ritengo sia fondamentale poter ribadire la propria volontà nel rispetto delle opinioni di tutti – afferma la signora -. Sono contraria all’alimentazione forzata, non ritengo degna di essere vissuta un’esistenza che non mi permette nulla. Sono convinta anche che debbano essere tenute in uguale considerazione tutte le opinioni. Sono temi delicati, importanti, che riguardano i valori più grandi. Il documento che ho firmato oggi spero sia un piccolo passo in avanti per avere finalmente una legge civile».

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