Biotestamento, rinvio tra le polemiche

IL MESSAGGERO VENETO (Udine) 01/02/2011 – Biotestamento, rinvio tra le polemiche

L’istituzione di un registro per le volontà sarà discussa in maggio: i comitati protestano

I promotori del referendum: l’assemblea ha paura a dire un sì o un no, ma noi non ci fermeremo

Il capogruppo del Pd Maio: meglio attendere la legge, non è responsabile decidere ora

di GIACOMINA PELLIZZARI

Il consiglio comunale rinvia a maggio la discussione della mozione che prevede l’istituzione del registro dei biotestamenti. L’hanno deciso, all’unanimità, i capigruppo pochi minuti prima dell’inizio della seduta per evitare spaccature tra i banchi della maggioranza. L’ennesima mediazione, però, non è piaciuta ai promotori del referendum popolare che, dall’aula dove erano giunti per seguire i lavori, non hanno esitato a definire la mossa «rivoltante». Tutto ciò prima di assicurare che se a maggio il voto sarà negativo riproporranno il referendum.

Non c’è niente da fare, a palazzo D’Aronco l’anima cattolica da due anni a questa parte riesce a prevalere sull’istituzione del registro dei biotestamenti. Ieri sera l’ha fatto perché, come ha spiegato il presidente del consiglio, Daniele Cortolezzis, «il 21 febbraio, alla Camera, dovrebbe concludersi l’iter della legge sul testamento biologico e quindi la mozione sarà trattata alla luce della nuova norma affinché ci possa essere un’azione concreta e definitiva del consiglio».

La tesi, però, non ha convinto il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Corrado Libra, e tantomeno il coordinatore del Comitato pro-referendum che ha raccolto 1.500 firme, Andrea Castiglione, secondo i quali «il consiglio comunale ha paura a dire sia sì che no. Ecco perché ha deciso di accettare quello che dirà il governo». In ogni caso, Castiglione assicura che se a maggio la mozione sarà bocciato il Comitato pro-referendum si rimetterà in moto per ripresentare il quesito sull’istituzione del registro dei biotestamenti in Comune. Questo perché lo scorso anno lo stesso quesito era stato bocciato perché il tema non era stato affrontato dal Consiglio comunale.

Ieri sera, comunque, l’imbarazzo non è mancato. Se Federico Pirone (Sel), autore assieme a Gregorio Torretta (gruppo misto) della mozione, sosteneva che «la calendarizzazione della mozione resta comunque un fatto positivo perché rappresenta un passo avanti», il capogruppo del Pd, Agostino Maio, cercava di convincere Libra e Castiglione che «Non c’è alcuna resistenza, con l’iter della legge in corso non è responsabile decidere ora di istituire il registro».

Ma il cattolico Alberto Bertossi (Api), che nella prima riunione dei capigruppo aveva spinto affinché si arrivasse alla discussione, non è dello stesso avviso. «Trovo curioso l’atteggiamento della maggioranza proprio perché Udine, la città che ha accolto Eluana Englaro, si picca di essere una città aperta. Io sono contrario all’istituzione del registro – ha concluso – ma credo che, per rispetto della richieste proveniente da 1.500 cittadini, il consiglio debba parlarne». Stefano Arpino (gruppo misto), invece, ha colto la palla al balzo per ricordare che «se l’indirizzo è quello di seguire l’iter parlamentare va anticipata anche la discussione della mia mozione sul divieto della prostituzione in città».

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