Legati al ballottaggio i destini di 32 candidati

IL PICCOLO (Trieste) 19/05/2011 – Legati al ballottaggio i destini di 32 candidati

Chi vince tra Cosolini e Antonione garantisce ai “suoi” 24 consiglieri su 40 – Incognite in aumento se saranno ufficializzati eventuali apparentamenti

di Piero Rauber

Comunque vada, il pesce grande mangerà quelli piccoli che gli nuotano attorno. E il suo banchetto sarà ancor più lauto di cinque anni fa. D’altronde – dopo l’accoppiamento politico tra Ds e Margherita da una parte, e tra Forza Italia e An dall’altra – è rimasto un solo bestione a sguazzare in ognuno dei due principali schieramenti. Il Pd nel centrosinistra, il Pdl nel centrodestra.

SEMPRE PIU’ COLOSSI E così – se a vincere il ballottaggio di fine mese per il nuovo sindaco sarà Roberto Cosolini – lo stesso Pd, che in base al voto di domenica e lunedì scorsi vale il 22,92%, si vedrà riconoscere il 37,5% dei posti disponibili in Consiglio comunale: 15 su 40. Qualora invece a spuntarla al ballottaggio fosse Roberto Antonione, il Pdl – che al primo turno ha racimolato invece il 18,6% dei consensi appartenendo però a un gruppo di liste meno affollato rispetto alla coalizione di centrosinistra – si porterebbe a casa, sulla carta, addirittura di più. Il 40% delle poltrone di piazza Unità: 16 su 40. Soltanto gli apparentamenti da formalizzare prima del ballottaggio – e scontato per Antonione si profila, oggi come oggi, quello con la Lega, con Udc e (forse) Fli (le trattative sono in corso) – potrebbero far scendere il numero degli scranni pidiellini.

SICURI E TRABALLANTI Per intanto i conti si fanno con l’oste. E questi conti – stando alle proiezioni a caldo, con numeri ufficiosi, dopo l’esito del voto di domenica e lunedì – dicono che il Consiglio comunale che verrà, chiunque vincerà il ballottaggio, disporrà appunto di un partito-baricentro, che guiderà una coalizione di “governo” dotata a sua volta di 24 rappresentanti su 40. Anzi, 25 su 41, contando anche il primo cittadino che, per legge, fa il 41.mo consigliere. Incrociando poi le graduatorie di lista per preferenze personali col numero di posti conquistabili dalle stesse liste, certi di entrare sono in 27. I destini invece di altri 32 aspiranti consiglieri – qualcuno in più se vengono formalizzati appunto degli apparentamenti in vista del ballottaggio – sono legati a quelli di Cosolini e Antonione. È l’effetto, questo, del premio di maggioranza del 60%, che regola la composizione del Consiglio comunale con l’elezione diretta del sindaco.

CON COSOLINI SINDACO Ma vediamo, nel dettaglio, quale potrà essere la fisionomia dell’aula di piazza Unità a seconda del risultato del ballottaggio di domenica 29 e lunedì 30 maggio. Se il successore di Dipiazza sarà Cosolini – che, lo ricordiamo, ha chiuso il primo turno in netto vantaggio col 40,67% – oltre a lui siederanno in Consiglio 24 esponenti del centrosinistra, così suddivisi (in base alle percentuali ottenute domenica e lunedì scorsi) nelle differenti liste che lo sostenevano: 15 del Pd, tre di Sel, due della Federazione della Sinistra, altrettanti dell’Idv, uno dei Cittadini e un altro della civica Trieste cambia. All’opposizione si ritroveranno in 16: sei del Pdl, due per Lista Dipiazza, Lega, e grillini, uno per Un’altra Trieste e Fli, più Antonione e Bandelli come portabandiera e candidati sindaco delle rispettive coalizioni di partenza.

CON ANTONIONE SINDACO Se invece ad Antonione riuscisse la rimonta – parte dal 27,56% – la faccia del Consiglio sarebbe tutt’altra. Quelli del Pdl, oltre al deputato berlusconiano, sarebbero 16. A loro si aggiungerebbero sei della Lista Dipiazza e due della civica di Antonione, civica che solo in questo modo eviterebbe l’estinzione facendosi rappresentare dai due più votati: Paolo Coppa (188 preferenze personali) e Maria Cristina Pedicchio (124), entrambi fuori in caso di Cosolini sindaco. L’estinzione, viceversa, proprio con Antonione sindaco, colpirebbe Trieste cambia e Cittadini (e qui a pagare sarebbero Roberto Decarli e Patrick Karlsen, i più votati delle due liste a sostegno di Cosolini con 238 e 172 preferenze) ma anche, per colpa dei calcoli matematici a incastro fra le liste, Fli: i finiani di Menia infatti – a meno di apparentamenti (improbabili?) con Antonione – siederano in aula col solo Michele Lobianco, in quanto candidato sindaco, e solo in caso di successo di Cosolini.

Col candidato del Pdl sullo scranno del sindaco, tanto per finire il quadro, all’opposizione si ritroverebbero così otto del Pd, uno per FederSinistra (Marino Andolina), Sel (Marino Sossi) e Idv (Emiliano Edera) più Cosolini; e poi resterebbe un grillino (il candidato sindaco Paolo Menis), verrebbe confermato un bandelliano (la supervotata Alessia Rosolen) più lo stesso Bandelli. E infine un leghista: l’unico posto spetterebbe al candidato sindaco Max Fedriga. Ma l’apparentamento tra Carroccio e Antonione aprirebbe prospettive di poltrona ad altri. A cominciare da uno che in tema di poltrone la sa lunga: Roberto de Gioia, il più preferenziato (203) proprio fra i padani.

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