Referendum comunali, quorum fallito

IL PICCOLO (Gorizia) 13/06/2011 – Referendum comunali, quorum fallito

Solo un goriziano su quattro ha partecipato alla consultazione locale. Roldo: «Il Comune ha fatto il suo dovere»

di Francesco Fain e Giovanni Tomasin

Niente da fare. I tre quesiti del referendum comunale non hanno raggiunto il quorum del 50 per cento più uno. Non l’hanno nemmeno sfiorato perchè alle 20, ora di chiusura dei seggi, la percentuale non è arrivata al… 25%. Dei 30mila 994 elettori hanno votato per il primo quesito (delibera di iniziativa popolare) in 7.706, per il secondo (abolizione del quorum) in 7.705 e per il terzo (composizione del Comitato dei garanti) in 7.701. In termini percentuali, si è raggiunto rispettivamente il 24,90% (quesiti uno e due) e il 24,89% (terzo quesito).

In sostanza, tre quarti degli aventi diritto al voto hanno disertato le urne. E non c’è stato l’effetto-traino dei referendum nazionale che, comunque, hanno totalizzato alle 22 percentuali ben maggiori: fra il 45 e il 46%. La giornata Che le cose non si stessero mettendo per il verso giusto (per i promotori), lo si è capito sin dalla prima rilevazione sull’affluenza, alle 11. Mentre per i referendum nazionali aveva votato oltre il 16% dei cittadini, per i tre quesiti comunali la percentuale non superava il… 5,4%. Pochi, davvero troppo pochi i votanti.

E la tendenza è continuata anche alle 18. La percentuale si è attestata mediamente sul 18,25%. Il quesito 1 (quello che chiedeva l’introduzione della delibera di iniziativa popolare) è stato il preferito con 5.647 voti. Ma era già chiaro che nelle due ore successive (i seggi chiudevano alle 20) non poteva esserci alcun prodigioso recupero. E, infatti, alle 20 è giunta la notizia che i promotori non avrebbero mai voluto sentire: niente miracolo, niente quorum. I seggi Proprio in quei momenti il presidente del consiglio comunale Rinaldo Roldo stazionava nei pressi del municipio: «Forse – ha commentato – i temi erano un po’ criptici per la cittadinanza.

Inoltre su almeno un quesito, quello sul quorum, si sarebbe potuti giungere a una soluzione in sede di consiglio, abbassando il limite magari al 30%. Invece si è voluto andare a tutti i costi alla consultazione popolare». Roldo ha sottolineato come il Comune abbia dato il meglio: «Gli uffici hanno lavorato senza sosta – ha dichiarato -. Inoltre vanno ringraziati i volontari della Protezione civile, di Cuore amico e dell’Advs di Lucinico che hanno assistito anziani e disabili alle urne». Davanti alle stoccate della promotrice Marzia Pauluzzi, anche lei davanti al Comune, Roldo ha abbozzato: «Il comitato promotore doveva far conoscere di più i suoi quesiti». «Vedremo come andrà alla prossima occasione – ha risposto Pauluzzi -, con il testamento biologico».

«Il boicottaggio è riuscito ma è un risultato importante»

«Il boicottaggio è riuscito», è il commento a caldo di Marzia Pauluzzi membro del comitato promotore dei referendum comunali, poco dopo la chiusura dei seggi. «I mille espedienti utilizzati per impedire ai quesiti comunali di raggiungere il quorum, dagli orari di voto ai seggi staccati, hanno funzionato. La maggioranza del consiglio comunale sarà contenta». Anche ai seggi, spiega Pauluzzi, l’assistenza non era sufficiente: «Ho votato al seggio di via Mascagni e nessuno mi sapeva dire dove si trovassero i seggi per i comunali – spiega -, io stessa ho dovuto accompagnare dieci persone a votare».

Lo stesso problema si incontrava anche in internet, dice la promotrice: «Nel corso della giornata ho monitorato i siti di Comune e Regione senza trovare i risultati dei comunali. È un vero scandalo che la pubblica amministrazione si disinteressi in tal modo di un avvenimento che riguarda i cittadini». In ogni caso il dato raggiunto, quasi 25%, non lascia insoddisfatti i promotori: «Significa che circa 8mila persone hanno votato i quesiti proposti – conclude Pauluzzi -. Numeri di cui ci auguriamo il consiglio tenga conto, prendendo in considerazione le proposte dei referendum». (g.tom.)

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