A Gradisca il Consiglio Comunale rinuncia agli ultimi sprazzi di libertà

A Giugno, durante una riunione dei capigruppo del consiglio comunale, a Gradisca d’Isonzo si è deciso di non decidere sulla questione del registro dei testamenti biologici.

In pratica, invece di mettere in atto una decisa ed immediata azione di riattivazione del registro che tuttora è sospeso, il Consiglio Comunale ha scelto di temporeggiare rinviando la decisione a settembre dopo un ipotetico vertice con il Presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, durante il quale si dovrebbe decidere una linea comune con le altre Municipalità della nostra provincia.

Nel frattempo stanno succedendo, fondamentalmente, due cose:

1) altri comuni italiani stanno istituendo registri ed offrendo questo servizio ai propri cittadini. La scorsa settimana un nuovo registro è stato istituito presso il comune di Saluzzo.

2) alla Camera, si sta per approvare la legge Calabrò sul testamento biologico, una legge che sta confermando il suo impianto liberticida, illiberale, ingiusto e violento, dove gli unici a fare una vera, dura, concreta opposizione sono i deputati Radicali.

La riapertura del registro anche a Gradisca avrebbe dato al possibilità ai cittadini di depositare le proprie volontà prima dello scempio che si sta per verificare. Se la legge Calabrò dovesse essere approvata alla Camera nel testo che si sta prospettando, sarà inutile depositare qualsiasi forma di testamento biologico perchè le volontà espresse dai cittadini italiani non saranno vincolanti.

Se tale disgrazia dovrebbe cadere sulle nostre teste, probabilmente sarà necessario ricorrere nuovamente allo strumento del referendum abrogativo per ristabilire minimi spazi di libertà e, localmente, ad azioni di lotta non-violenta che non esiterò a mettere in atto a Gradisca d’Isonzo fin da subito e che qui preannuncio.

Lorenzo Cenni militante Radicale Gradiscano Associazione Radicale Trasparenza è Partecipazione

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