Referendum day a Gorizia

IL MESSAGGERO VENETO (Gorizia) – Gorizia Radicali e Verdi promuovono il referendum day

Grazie alla sentenza del Tribunale che boccia il Comune per aver dichiarato inammissibili alcuni quesiti

Pagina 4 – D’ora in poi a Gorizia si potranno indire referendum su tutti i temi di interesse per la cittadinanza, previa raccolta firme. Dall’ascensore al castello al punto nascita, dalla gestione delle mense dell’asilo alla destinazione d’uso dei beni demaniali entrati in possesso dell’amministrazione comunale: sono tanti i temi sui quali l’associazione radicale Trasparenza è partecipazione intende promuovere l’utilizzo dello strumento di democrazia partecipata. Il referendum day si svolgerà ad aprile del prossimo anno e il Comune di Gorizia non potrà porre alcun veto.

«Sarà una festa della democrazia», ha annunciato il radicale Pietro Pipi. Il Tribunale civile del capoluogo isontino, in composizione monocratica, ha emanato il 29 ottobre scorso una sentenza storica, probabilmente unica in Italia, dando ragione al Comitato dei promotori del referendum, formato da Renato Fiorelli, Pietro Pipi, Marzia Paoluzzi, Lorena Vuga e Guido Trani, che aveva ricorso contro il Comune di Gorizia perché aveva dichiarato l’inammissibilità dei quesiti referendari.

Il tribunale ha accolto il ricorso, dichiarando invece i quesiti ammissibili. A breve dunque, dopo che saranno raccolte le firme necessarie, i cittadini goriziani potranno andare alle urne e ottenere l’introduzione della delibera di iniziativa popolare fra gli istituti di consultazione previsti dallo statuto del Comune. Se il referendum ricevesse l’assenso dei cittadini, ciascun gruppo di portatori di interesse potrebbe, poi, proporre al consiglio comunale la discussione di proposte e progetti. «A quasi due anni dall’avvio del ricorso, inoltrato con scarsa speranza all’autorità giudiziaria ordinaria – ha spiegato Fiorelli – abbiamo ottenuto una vittoria importante, a ridosso dell’ultimo delitto compiuto dal Comune di Gorizia.

Abbiamo fatto ricorso per tre dei cinque quesiti proposti. Oltre a quello riguardante la delibera di iniziativa popolare, il giudice ci ha dato ragione anche sull’ammissibilità del quesito per la validità del referendum qualunque sia il quorum e quello per l’eliminazione del Comitato dei garanti. Riproporremo dunque tali quesiti». Proprio il Comitato dei garanti del referendum aveva respinto al mittente tali quesiti. Il Comitato ha quindi inviato, non appena ricevuta la sentenza che ha dichiarato illegittime tali decisioni, una lettera al Comune di Gorizia, chiedendo di procedere all’autenticazione delle firme e della relativa iscrizione dei firmatari nelle liste elettorali del comune.

«Ce l’abbiamo fatta, Verdi e Radicali insieme – ha espresso soddisfazione l’avvocato Marzia Paoluzzi –. Ora pretendiamo che funzionari e dirigenti comunali vengano ai nostri banchetti nell’orario di lavoro ad autenticare le firme, altrimenti adiremo nuovamente a vie legali. Poi il consiglio comunale sarà obbligato a fissare la data del referendum». «Vogliamo lanciare i referendum a carattere sociale – ha annunciato nuove iniziative Pipi – oltre a riproporre i quesiti che avevamo già portato all’attenzione del Comune. I cittadini non sono più condannati a essere sudditi.

Questo risultato va a beneficio di tutti e impone alle istituzioni politiche un’assunzione delle proprie responsabilità».

Ilaria Purassanta

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